I maestri della fotografia francese del Novecento
In occasione della mostra André Kertész. L’opera 1912-1982, CAMERA propone un incontro sui principali fotografi francesi del Novecento, e non solo: André Kertész, Henri Cartier-Bresson, Brassaï e Robert Doisneau.
All’inizio degli anni Venti del Novecento, Parigi è l’indiscussa capitale mondiale della cultura. Da tutta Europa e da tutto il mondo artisti, intellettuali, letterati si spostano nella Ville Lumière, perché è lì che tutto accade. Da Pablo Picasso a Man Ray, da Piet Mondrian a Sergej Ėjzenštejn, la capitale francese ribolle di idee, di novità, di opere e di eventi: il mondo della fotografia non si sottrae ovviamente a questo fascino.
In quel crogiuolo, arriva dall’Ungheria André Kertész, pressoché sconosciuto, che in breve tempo si fa notare per la sua capacità di vedere la poesia nascosta nelle cose del quotidiano, e per la sua capacità di raccontare la città attraverso la macchina fotografica. Abbandona la capitale ma passa il testimone a un giovane molto colto e molto determinato, destinato a diventare il mito per eccellenza della fotografia del Novecento, Henri Cartier-Bresson.
Ma vicino a Kertész si forma anche un altro fotografo, anch’egli parte integrante di questa storia, il narratore della Parigi notturna, misteriosa, inquietante e divertente: anche lui viene dall’Est Europa, e cambia il suo nome in Brassaï.
Con la guerra, gli esili, la nuova vita dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, inizia a farsi conoscere ancora un fotografo, che davanti all’Hotel de Ville scatta l’icona dell’amore e della felicità, legando per sempre il suo nome a quel bacio: è Robert Doisneau.
Ma vicino a Kertész si forma anche un altro fotografo, anch’egli parte integrante di questa storia, il narratore della Parigi notturna, misteriosa, inquietante e divertente: anche lui viene dall’Est Europa, e cambia il suo nome in Brassaï.
Con la guerra, gli esili, la nuova vita dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, inizia a farsi conoscere ancora un fotografo, che davanti all’Hotel de Ville scatta l’icona dell’amore e della felicità, legando per sempre il suo nome a quel bacio: è Robert Doisneau.