Subjective Photography
Come altri paesi usciti sconfitti dalla Seconda guerra mondiale, la Germania reagisce elaborando poetiche dal carattere autoriflessivo, quasi evitando il rapporto diretto con una realtà che è ancora troppo drammatica. Proprio in questo contesto nasce il ciclo di mostre Subjektive Fotografie, elaborato dal fotografo e teorico Otto Steinert, con il coinvolgimento del gruppo d’avanguardia Fotoform da lui fondato. Si tratta di tre esposizioni di portata internazionale che si pongono come ideale contraltare alla costruzione ideologica della mostra The Family of Man (1955).
Le prime due mostre sono realizzate nel 1951 e nel 1954 presso la Scuola di Arti e Mestieri di Saarbrücken, invece la terza nel 1958 alla Photokina di Colonia, con il comune destino di venire poi esposte anche in altri paesi. Come afferma Steinert, la fotografia soggettiva vede al centro "la personalità creativa", "in contrasto con la fotografia pratica dell’illustrazione o della documentazione": non vuole raccontare la realtà oggettiva in sé e per sé, ma riportarne un’interpretazione che, a sua volta, dovrà essere letta soggettivamente dallo spettatore. Non più legata al soggetto ritratto, quanto più alla sua forma, la fotografia soggettiva produce principalmente scatti in bianco e nero caratterizzati da forme astratte, strutture grafiche e linee di luce e ombra. I fotografi tornano a sperimentare nuovi linguaggi, distanti da quelli propagandistici, ponendo al centro la propria poetica e ritrovando quell’aspetto più artistico che si era andato a perdere con la fotografia puramente documentaria.