La fotografia aerea

A cavallo tra l’Ottocento e il Novecento nasce quella che viene definita fotografia aerea
Inizialmente questa pratica è strettamente connessa alla cartografia, motivo per cui viene utilizzata durante guerre o conflitti aerei. Durante la Guerra Civile Americana (1861-1865), gli U.S. Balloon Corps creano mappe su larga scala dei campi di battaglia partendo dalle fotografie scattate dall’alto. Queste ricognizioni continuano ad essere effettuate anche durante la Prima guerra mondiale, con Edward Steichen a capo della sezione fotografica dell'Air Service, American Expeditionary Forces (AEF), e durante la Seconda guerra mondiale. Successivamente, durante la Guerra Fredda, si iniziano invece a utilizzare satelliti in orbita per spiare il nemico.

Nella seconda metà dell’Ottocento, il fotografo Nadar aveva già posto le basi, realizzando le prime fotografie aeree durante alcuni viaggi in mongolfiera ma, nonostante non siano rimaste tracce di questi scatti, è noto che sia stato il primo a cimentarsi in questa pratica. Negli anni successivi, negli Stati Uniti, James Wallace Black fotografa Boston da 1200 piedi di altezza, anch'egli da una mongolfiera. Durante questo periodo vengono effettuate anche diverse sperimentazioni, tra cui ricordiamo la kite aerial photography (fotografia con aquilone) e l’invenzione del tedesco Julius Neubronner, che brevetta una macchina fotografica per piccioni che scatta automaticamente durante il volo.

Durante il Novecento, le fotografie dall’alto diventano una pratica comune e diffusa, negli anni ’30 Willi Ruge realizza una serie di autoritratti durante un lancio con il paracadute vicino a Berlino mentre Margaret Bourke-White scatta fotografie dai doccioni in cima al Chrysler Building o mentre penzola da un elicottero.