La cronofotografia

Il termine cronofotografia si riferisce ad un’immagine che rappresenta una successione di fotografie, scattate a intervalli di tempo prestabiliti. Questa tecnica viene utilizzata per dare una visione chiara di fenomeni solitamente rapidissimi o lentissimi. Durante tutto l’Ottocento sono stati fatti molti tentativi per trovare il modo migliore con cui ottenere immagini che raccontassero il movimento, spezzando l’azione in vari scatti che potessero ricostruire il flusso temporale. 

Nella seconda metà del secolo, Eadweard Muybridge inizia uno studio per capire come galoppano i cavalli, utilizzando ventiquattro macchine fotografiche collegate, allineate e disposte a breve distanza una dall’altra: in questo modo egli riesce a documentare con assoluta precisione il movimento dell’animale. Etienne Marey invece, ornitologo francese, mette a punto il fucile cronofotografico, dove il grilletto funziona come il pulsante di scatto di una macchina fotografica, capace di riprendere dodici fotogrammi distinti al secondo.

Oltre ad aver influenzato la ricerca dei Fratelli Lumiere, che si conclude con l’invenzione del cinématographe e la nascita del cinema, il lavoro di questi due pionieri ha avuto un grande impatto anche su alcune avanguardie artistiche di inizio Novecento: le fotografie sono infatti in grado di mostrare ciò che l’occhio umano non riesce a vedere completamente, condizionato solitamente dal cervello che tende a sintetizzare la realtà.