I primi fotomontaggi

Il fotomontaggio è una tecnica che prevede la realizzazione di una fotografia attraverso un mosaico di più immagini. Essa deriva dalla stampa combinata, ideata da Gustave Le Gray alla fine degli anni Quaranta dell'Ottocento, un processo che utilizza due negativi diversi in camera oscura per ottenere un’unica stampa. Nel decennio successivo, Oscar Rejlander, influenzato da Le Gray, realizza il primo grande fotomontaggio della storia, The Two Ways of Life : in questo lavoro, dopo aver fotografato separatamente ogni figura e lo sfondo, combina più di trenta negativi per creare una scena complessa. Negli anni Settanta, durante la Comune di Parigi, molti fotografi usano questa tecnica per scopi politici e propagandistici. Eugène Appert, ad esempio, realizza la serie Crimes de la Commune per mostrare i crimini dei comunardi.

Nell’Ottocento, il fotomontaggio rappresentava una verità che non era possibile raccontare con un unico scatto, mentre nel Novecento, grazie all’influenza delle Avanguardie storiche, l’immagine viene manipolata e distorta, soprattutto in camera oscura. Intorno al 1920, i collage fotografici vengono realizzati con diverse modalità: alcuni autori del Dadaismo, come John Heartfield e Raoul Hausmann, usano questa tecnica per comunicare ideali antifascisti; Alexander Rodchenko incorpora la grafica nei suoi lavori e Man Ray crea immagini oniriche giocando con la forma del corpo umano. A partire dal Novecento, il fotomontaggio viene utilizzato in molti contesti sociali, politici e artistici, fino alla nostra contemporaneità.