Fotografia di guerra

A partire dalla metà dell’Ottocento, al seguito degli eserciti cominciano a essere mandati anche i fotografi affinché possano documentare i numerosi conflitti: nasce così il genere della fotografia di guerra. Si tratta di immagini con scene precedenti o successive al momento clou della battaglia – o, ancor di più, di ricostruzioni fatte in loco dai fotografi – poiché, per arrivare alle scene di battaglia vere e proprie, bisogna aspettare le innovazioni tecniche fotografiche di inizio Novecento.

Nel 1854, uno dei primi fotografi di guerra della storia, l’inglese Roger Fenton, viene incaricato dal governo britannico di documentare la guerra di Crimea (1853-56), senza tuttavia immortalare i momenti più tragici in quanto potrebbero influenzare negativamente l’opinione pubblica. A tal punto che, in The Valley of the Shadow of Death (La valle dell’ombra della morte), Fenton rappresenta un luogo desolato e distrutto dal conflitto, comprensibile unicamente per la presenza di numerose palle di cannone che, però, vengono posizionate appositamente. In effetti, la rappresentazione pittorica della guerra ha costruito nel tempo un linguaggio dal quale non è semplice sottrarsi: non è un caso che le prime, più crude e realistiche fotografie non provengano dall’Europa – dove questa iconografia è ben consolidata – ma dagli Stati Uniti, e sono quelle relative alla guerra civile americana (1861-65), documentata da Mathew Brady con l’aiuto di altri fotografi, tra cui Alexander Gardner e Timothy O’Sullivan.