Le immagini tridimensionali: la stereoscopia

La stereoscopia è una tecnica di realizzazione e visione di immagini che ne consente una percezione tridimensionale. Nasce nella prima metà dell’Ottocento grazie alle ricerche di Charles Wheatstone sulla visione binoculare umana, secondo cui il cervello riceve un’immagine da parte di ciascun occhio e ne restituisce un’unica corrispondente alla somma delle due.
Preso atto di questo, il fisico britannico si rende conto che, se si osservano due immagini dello stesso soggetto – differenti solo per un leggero scarto di inquadratura –, attraverso un visore apposito, si ottiene la percezione di un’immagine unitaria e tridimensionale. 

Wheatstone realizza i primi esperimenti stereoscopici con coppie di disegni affiancati, nel 1838 ne pubblica un trattato illustrato e brevetta il primo stereoscopio, anche se particolarmente ingombrante e poco pratico. Grazie ai progressi della fotografia, in particolare l’invenzione della calotipia (tecnica del negativo/positivo), intuisce nuovi possibili sviluppi per la sua ricerca e affida i primi tentativi con coppie di fotografie – al posto dei disegni – a William Henry Fox Talbot. Tuttavia, l’impulso decisivo alla diffusione della stereoscopia si deve al fisico scozzese David Brewster che nel 1849 introduce uno stereoscopio lenticolare più economico e maneggevole.