Emergency Exit
Emergency Exit (Camera - Centro Italiano per la Fotografia, luglio - settembre 2021) è la mostra personale di Federico Clavarino (Torino, 1984) che, attraverso la rilettura e ri-significazione di venticinque fotografie e oggetti creati negli ultimi anni dall’artista, verifica le modalità di formazione dell'identità nella nostra contemporaneità. Il percorso espositivo include immagini provenienti da tre serie di lavori ideati dall’inizio della carriera di Clavarino sino ad oggi: Italia o Italia (2010-2014), The Castle (2011-2016) e Eel Soup (2016-2020).
Nelle opere appartenenti a Italia o Italia (2010-2014), Clavarino riguarda al territorio di origine con uno sguardo rinnovato, esplorando il paesaggio italiano come un luogo del passato. Un viaggio fisico e interiore allo stesso tempo, che restituisce pezzi di città sospese tra passato e presente, il cui sviluppo è condizionato dal rapporto conflittuale con l’eredità monumentale e con le rovine della cultura antica. Con i lavori di The Castle (2011-2016), il fotografo torinese si interroga sul significato di Europa come identità politica individuale e collettiva, immortalandone in bianco e nero quei simboli che generano identificazione, stereotipi e tensioni. L’esito di tale percorso non è una dichiarazione, ma un invito a interrogarsi sull’importanza del patrimonio culturale condiviso come elemento centrale per dare forma a un clima che accomuna cose, persone, città. Il frammento e il dettaglio quasi irrilevante caratterizzano anche i lavori inclusi nella serie Eel Soup (2016-2020), dove parti di corpi e di luoghi si dispiegano e si avvolgono, si flettono e si toccano in maniera armoniosa per l’occhio del fotografo, ma rischiano di essere trascurabili o invisibili all’attenzione del mondo. Con questo progetto, mostrando il contatto tra organico e inorganico esaltato anche dal dialogo delle fotografie con le sculture realizzare insieme all’artista Tami Izko (Cochabamba, 1984), Clavarino mette in luce la debolezza delle relazioni contemporanee e la necessità di costruire realtà accoglienti fatta di vicinanza, coesistenza e condivisione.
La mostra, curata da Giangavino Pazzola, è in collaborazione con la galleria Viasaterna di Milano