Joan Fontcuberta. Il tradimento delle immagini
Joan Fontcuberta, uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea, ha trasformato il mondo della fotografia con le sue opere, da animali immaginari a fotomontaggi surreali, e ha teorizzato un nuovo universo delle immagini: la post-fotografia, di cui è uno dei padri fondatori.
Da una trentina d’anni scompiglia il mondo della fotografia con una serie di geniali progetti che giocano con il potere, il fascino e il rischio contenuto in ogni immagine, per invitare le persone a sbarazzarsi delle abitudini e a esplorare i confini tra realtà e finzione, con responsabilità e humor. È maestro nel manipolare la fotografia, attraverso la quale riesce a dare una percezione distorta eppure plausibile della realtà, allo scopo di instillare il dubbio sulla veridicità della rappresentazione e della comunicazione, il sospetto che il confine fra realtà e illusione sia spesso così sottile da non poter essere colto.
Nell’incontro Joan Fontcuberta dialoga con il direttore di CAMERA, Walter Guadagnini, per indagare le modalità linguistiche con le quali fake news e verità alternative si diffondono nelle comunità e acquisiscono sempre più rilevanza all’interno della creazione artistica e dell’attivismo politico. Sebbene per artisti e attivisti la post-verità sia un fenomeno di controllo sociale, sempre più spesso essa viene inclusa nel processo di creazione artistica e si fa strumento di critica sociale, economica e politica. In tale contesto, le immagini fake adottate dagli artisti sono artifici per infiltrarsi con autorevolezza in contesti altri e creare cortocircuiti narrativi. Fontcuberta si interrogherà su come tale tipologia di finzione si manifesti oggi in arte e fotografia e come le modalità di creazione di senso agiscano anche attraverso l’inganno.